GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
» ABBONAMENTI

» CONTATTI

» DIREZIONE

» AISI





» INDICE AUTORI

Italiano Tutte le lingue Cerca i titoli o i testi con
Per Aspera Ad Veritatem n.19
Piazza Fontana

Giorgio Boatti - Einaudi, Torino, 1999





Nel febbraio dello scorso anno si è aperto a Milano l'ultimo segmento della lunga vicenda processuale concernente l'attentato del 12 dicembre 1969 a Piazza Fontana. Prendendo le mosse dai complessi approfondimenti svolti negli ultimi anni dal giudice istruttore Salvini e sulla base delle attività investigative dei pubblici ministeri Pradella e Meroni, il dibattimento dovrà accertare le responsabilità di Delfo Zorzi e di altri ex militanti dell'estrema destra veneta e milanese nel tragico attentato alla Banca Nazionale dell'Agricoltura.
In modo senza dubbio sorprendente, ancorché giuridicamente ineccepibile, non sono sottoposti al processo Franco Freda e Gianfranco Ventura i quali, pur indicati espressamente dal GIP, nel provvedimento di rinvio a giudizio, come direttamente coinvolti nella strage, non possono essere sottoposti a giudizio per il principio del ne bis in idem, in quanto già assolti in appello in uno dei tanti capitoli pregressi della estenuante vicenda giudiziaria.
In tal senso, il lavoro di Giorgio Boatti, giornalista, già edito nel 1993, si è connotato di nuova attualità, giustificando una nuova edizione che tiene conto, tra l'altro, degli ultimi più recenti sviluppi, appena richiamati.
Non v'è dubbio alcuno che la strage di Piazza Fontana costituisca, come del resto l'ampia e documentata analisi dell'Autore tende ad avvalorare, uno snodo fondamentale della vicenda storica italiana degli ultimi trent'anni.
Evidentemente, diverse sono le possibili chiavi di lettura dei molteplici episodi che in periodi diversi hanno ruotato intorno ai tentativi di accertare la verità, ritenuti da molti osservatori in qualche modo paradigmatici del contesto politico e istituzionale del tempo. Giorgio Boatti, d'altra parte, non si pone come mero cronista, storico o testimone, ma in molte pieghe di criticità e di contraddizione affonda l'analisi con logica e acutezza, traendone una linea interpretativa dei fatti legittima ancorché personale.
D'altro canto, è certamente vero che il raggiungimento di una verità, giudiziaria o processuale, a così tanto tempo dai fatti, non può sanare la ferita che il tessuto civile del Paese, come osserva l'Autore nella breve introduzione, ha patito in quegli anni e in quelli successivi. Tuttavia, la definizione del capitolo giudiziario certamente costituirà, o quantomeno è auspicabile costituisca un passaggio essenziale, se non per scrivere la storia, almeno per colmare il bisogno di giustizia e di verità.
Una lettura, insomma, interessante ed utile, non di rado emozionante, come quando la crudezza della storia raccontata fa rivivere l'orrore e l'efferatezza del crimine in tutta la sua disumanità, riconducendo chi scorre le pagine del libro all'aspetto più tragico della vicenda, nudo e semplice nella sua "fotografia", cioè quello di tante vite innocenti annientate in un attimo, sacrificate ad una lucida ancorché criminale strategia.



© AGENZIA INFORMAZIONI E SICUREZZA INTERNA